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sabato 20 febbraio 2016

Almost Blue - Carlo Lucarelli

TITOLO: Almost Blue
AUTORE: Carlo Lucarelli

TRAMA
Nessuno vuole ammetterlo ma a Bologna c’è un assassino seriale: è l’Iguana, che assume di volta in volta l’identità delle sue vittime, per sfuggire alle “campane dell’Inferno” che gli risuonano nelle orecchie. Tocca a Grazia cercare di prenderlo, e più delle sofisticate tecnologie che usa, le servirà l’intuito e la capacità di ascolto di Simone, cieco dalla nascita. Mentre cacciatore e preda si scambiano continuamente i ruoli, vediamo la scena ora con gli occhi attenti e ansiosi di Grazia, ora con lo sguardo febbricitante e doloroso dell’Iguana, o la percepiamo come un concerto di suoni e voci, un complicato e fantastico arabesco mentale, quando la soggettiva è di Simone. E la città che così prende forma sotto i nostri occhi, fitto reticolo di trame e ossessioni, è insieme la sorprendente megalopoli italiana che si stende su tutta l’Emilia, e anche il teatro magico dove tutte le storie possono accadere.
Un thriller nervoso e impeccabile, una storia d’amore e di solitudine, una scrittura che sa dosare tensione emotiva e colpi di scena: il romanzo più maturo di un maestro del nuovo noir italiano, che Alessandro Baricco ha indicato come uno dei più promettenti scrittori della sua generazione.

NELLA CITTÀ CHE NON È COME LE ALTRE CITTÀ

Questa città, le aveva detto Matera, non è come le altre città. Perché non è soltanto grande, è anche complicata. E contraddittoria. Se la guardi così, camminandoci dentro, Bologna sembra tutta portici e piazze ma se ci vai sopra con un elicottero è verde come una foresta per i cortili interni delle case che da fuori non si vedono. E se ci vai sotto con una barca è piena d’acqua e di canali che sembra Venezia. Freddo polare d’inverno e caldo tropicale d’estate. […] Tortellini e satanisti. Questa città non è quello che sembra, ispettore, questa città ha sempre una metà nascosta.
Bologna ha una vita nascosta anche, una comunità che costituisce una città a parte, una realtà parallela: la città degli studenti. Fuorisede soprattutto, come me. Studenti che entrano ed escono da case sovraffollate a qualunque ora del giorno e della notte, che si ritrovano, che ridono, che studiano e che non destano sospetti qualunque cosa facciano, perché a Bologna un po’ tutto è concesso. In questa città parallela, la città Universitaria, si aggira l’Iguana.
Avrei voluto leggere “Almost Blue” tutto d’un fiato, in una giornata, massimo due, perché  è un libro breve, scorrevole, un giallo che va vissuto al ritmo della scoperta. Poi però, come spesso capita, la vita ha piani diversi per i nostri progetti, così ho concluso la lettura dopo una settimana ed è giunta l’ora di alcune rapide riflessioni.
La storia di per sé non è nulla di sorprendente, un assassino, un’agente di polizia, un testimone e una un po’ impacciata caccia all’uomo, ma ci sono delle chicche molto piacevoli. Tanto per dirne una, Lucarelli ha pensato bene di narrare la storia tramite cambi di prospettiva: abbiamo quella di Grazia, la poliziotta che lavora al caso (originaria della provincia di Lecce e trasferitasi a Bologna: sì, questa assonanza autobiografica mi è piaciuta!); poi quella di Simone, il ragazzo cieco che è stato a suo modo testimone di uno degli omicidi del serial killer; e infine la prospettiva dell’Iguana, l’assassino.
L’Iguana soffre di un evidente disturbo mentale, e non si limita ad uccidere le proprie vittime, se ne impossessa, cambiando pelle e forma, cercando di diventare come loro pur di non essere se stesso.
Simone d’altra parte non può vedere il mondo, ma questo non gli impedisce certo di percepirlo. La sua descrizione della realtà è ciò che più ho apprezzato in questo libro. Simone sente il mondo tramite odori e colori, colori che non sono immagini come le nostre, ma che sono suoni. Il verde ad esempio è qualcosa che ha delle r, qualcosa di freddo, spiacevole. Il blu invece è caldo, avvolgente. Grazia è blu, quando la sente per caso tramite lo scanner con cui ispeziona la città di Bologna, uscendo tra la gente pur rimanendo confinato nella sua mansarda.
A parte l’Iguana non credo che i personaggi siano molto ben costruiti e alcuni passaggi sono un po’ lasciati al caso, quasi vi sia poca concretezza. Anche nella trama si accenna ad una storia d’amore, non faccio spoiler anche se è facilmente intuibile, però vi posso assicurare che questo fantomatico amore è del tutto casuale e improvvisato. Se non ai fini di arricchire la trama non ha nessun senso a livello dei personaggi (o forse solo unidirezionalmente). Dell’Iguana invece veniamo a conoscere il passato e le possibili origini del suo delirio, finiamo con il comprendere le sue ragioni e la sua necessità di sfuggire alle campane dell’Inferno che gli martellano in testa.
Nel complesso credo valga la pena leggerlo solo per le descrizioni di Simone, ovvero di come si può conoscere la realtà attraverso una sensibilità ben diversa da ciò che solitamente usiamo per muoverci nel mondo.
Infine vi lascio il link ad Almost Blue, il brano di Chet Baker, così Blu, così caldo, sul quale si muove questo romanzo e sulle cui note ho scritto queste parole.



P.S. Ogni tanto queste postille finali sono necessarie per le annotazioni extra. Se avete una copia Einaudi andate a pagina 57, se non avete questa edizione cercate la descrizione (iniziale) di una foto che Grazia vede tornata a casa. Ho riletto questo brano varie volte, e confermo: mi sembra sempre molto brutto! Non per la foto, ma proprio per lo stile adottato. Unico neo nella narrazione per fortuna.

P.P.S Le foto sono realizzate davvero a Bologna, all'ombra dei portici sotto i quali passo tutti i giorni. La chicca aggiuntiva è stata trovare tre agenti di polizia, di cui una donna, proprio mentre scattavo la foto!

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