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domenica 31 gennaio 2016

Gennaio #1

“Novelle per un anno” nasce, nella mente di Luigi Pirandello, come un progetto ambizioso. L’idea infatti è quella di raccogliere tutte le novelle scritte nell’arco di una vita e sparpagliate su periodici, giornali e altre mini raccolte pubblicate dall’editore Treves, in una mega edizione di 12 volumi (uno per ogni mese dell’anno) contenente ciascuno 30 novelle (o in alcuni casi 31) per un totale di 365, una per ogni giorno dell’anno. In realtà poi Pirandello non ha mai compiuto l’intento, o non aveva ben calcolato quante ne avesse realmente scritte (negli stessi anni in cui ebbe questa brillante idea era infatti super impegnato come drammaturgo e si dedicava prevalentemente al teatro).
Insomma, non ne abbiamo 365, ma ne abbiamo tante (241 + 15 postume)! Anni fa ho acquistato una splendida edizione con cofanetto di “Tutte le novelle”, ed ecco giunto il momento di iniziare questa sfida alla scoperta degli squarci di realtà ingranditi dalla lente abile di uno degli autori italiani che apprezzo di più.
Essendo quindi 256 novelle dovrei leggerne circa 21 al mese per essere in pari e concluderle nell'anno.

Le novelle lette questo mese sono:
  1. Capannetta. Bozzetto siciliano
  2. La ricca 
  3. Se…
  4. Le tre carissime
  5. I galletti del bottajo
  6. L’amica delle mogli
  7. L’onda
  8. La signorina
  9. Ravanà (tra una messa e l’altra)
  10. Il “no” di Anna
  11. Dialoghi tra il Grande me e il piccolo me
  12. Il nido
  13. La paura del sonno
  14. Chi fu?
  15. Sole e ombra
  16. Visitare gl'infermi
  17. Natale sul Reno
  18. Sogno di Natale
  19. Le dodici lettere
  20. Creditor galante
  21. Il dottor Cimitero
Per queste prime novelle sembra esserci, almeno nella maggior parte dei casi, un filo conduttore: vicende amorose, potenziali matrimoni, delusioni e disillusioni. Alcune mi hanno particolarmente colpito e quindi vi parlerò brevemente di queste.
Se ne La ricca il rifiuto della protagonista al pretendente per lungo tempo amato avviene solo quando non si sente più sua eguale a causa di disgrazie finanziarie, Il “no” di Anna arriva inaspettato quando scopre di non essere che un ripiego amoroso, di non essere stata la prima e unica donna amata. Sono figure femminili molto differenti, la prima orgogliosa e appassionata, la seconda un po’ sciocca e frivola, ma entrambe spinte dalla volontà di essere amate per ciò che sono, sentendosi nulla di meno dell’uomo che dovranno avere accanto per il resto della vita. Ci sono amori che finiscono in tragedia (Se…) e amori che diventano eterni proprio perché mai vissuti (L’amica delle mogli), ma anche amori che si coronano per poi, con il passare del tempo, subire una forte disillusione quando ci accorge che l’oggetto amoroso non è più splendido come appena colto (L’onda).
“Se follia c’è, è questa la mia follia… Posso veder tutto ciò che sarebbe stato, se quel che è avvenuto non fosse avvenuto. Lo vedo, ci vivo; anzi, vivo lì soltanto… Il se, insomma, il se, capisci?”
Di carattere più onirico e spettrale invece le novelle La paura del sonno, dove una donna data per morta si risveglia mentre viene condotta al cimitero, e Chi fu? in cui l'assassino si rivela essere un fantasma che ha iniziato a vivere solo dopo aver spirato.

LE PREFERITE DEL MESE
Tra le preferite di questo mese senza dubbio: Le tre carissime e L’amica delle mogli. Fresche, vivaci, allegre, donne che, come detta l’epoca, puntano al matrimonio, ma sanno con esattezza cosa fare per non abbassarsi ad elemosinarlo e raggiungere la propria indipendenza. Chi vivendo delle proprie passioni, chi conquistando l’amore eterno di ciascuno degli spasimanti ora sposati.
Ecco quindi uno stralcio tratto da Le tre carissime che a mio avviso permette di vedere dietro le imposte chiuse, dentro l’anima di ciascuno, uno slancio di cruda realtà che per Pirandello non può essere imbrigliato per sempre.

Ci vengono effettivamente dalla società un buon numero di leggi e regolamenti, che dovrebbero tenere a freno questa mala bestia che si chiama uomo. Da secoli la società si industria a insegnarle la creanza, a farle dire per esempio: Buon giorno o buona sera; ad andar vestita decentemente per via, dritta su due zampe soltanto, ecc. ecc. Ma ogni tanto la mala bestia ne fa qualcuna delle sue. Che è che non è, ce la pigliamo con la società, come se da essa ci venisse il danno, solo perché abbiamo voluto costringerla a imporre alla natura certi doveri, che questa poi non vuole né riconoscere né rispettare. Quasi che una donna non possa amare neanche per isbaglio un altr’uomo che non sia precisamente suo marito, solo perché dalla società le si è fatto dire che una moglie non deve. La società poverina, lo dice e lo impone; ma che colpa ha, se la natura poi se ne ride?
Curiosità:  L'amica delle mogli venne rappresentata per la prima volta a teatro nel 1926, dove Marta, la protagonista, venne interpretata da Marta Abba, amica, musa e presunta amante di Pirandello (i due comunicarono assiduamente, raccogliendo un epistolario di circa 500 lettere donato all'Università di Princeton e pubblicato integralmente nel 1994).

Modi di dire: Da qualche tempo ho scoperto l'esistenza di un modo di dire che mi fa alquanto ridere. Ovvero "d'Egitto", per indicare qualcosa di assurdo, poco credibile. Dopo mesi di battibecchi sulla questione con la persona che me l'ha fatto scoprire (anche lui amante di Pirandello), ora devo ufficialmente ammettere la sua esistenza. Se lo usa anche il nostro Luigi sarà pur vero!


Indicazioni utili: le novelle dedicate al Natale, leggetele a Dicembre, non a Gennaio, l'atmosfera di festa le renderà più vivide.

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